Halloween è passato, ma nella settimana tra il 18 e il 25 i fantasmi faranno ritorno nel loro luogo prediletto, il Parlamento italiano. Rispedito al mittente dalla mobilitazione di studenti, ricercatori e precari, il DdL del mostro Crui-Gelmini-Tremonti dovrebbe infatti ritornare proprio in quei giorni nell'aula di Montecitorio. Il rischio di una sua approvazione è concreto, grazie ai pochi spiccioli che (forse, sembra, pare) il devastatore delle Finanze dovrebbe concedere a 5mila (o 4, o 6 o chissà) ricercatori strutturati il passaggio al ruolo di associato con l'ennesima indegna, anche se camuffata, ope-legis. Un'elemosina che gli stessi ricercatori hanno rifiutato, da finanziare, chissà, anche con il taglio indiscriminato (più dell'80%) delle borse di studio di studenti e dottorandi previsto nella Finanziaria. E intanto nel DdL non è cambiata una virgola: resta il rettore-manager cui spetterebbe la nomina del CdA e, al suo interno, dei privati, resta l'abolizione dei ricercatori, ma soprattutto restano (anzi peggiorano) i tagli selvaggi al Fondo di Finanziamento Ordinario.
In questo scenario, la prospettiva di un licenziamento di massa dei lavoratori precari è sempre più concreta: quando non saremo espulsi per esaurimento dei fondi, ci penseranno i limiti alla rinnovabilità dei contratti (tenure-trash, assegni di ricerca per non più di 4 anni) che nell'università non sono affatto a garanzia di una stabilizzazione dei precari ormai invocata anche dal Governatore della Banca d'Italia. E tutto senza alcun ammortizzatore sociale, quando intorno a noi si allarga il deserto di una disoccupazione giovanile oramai al 25%.
Nei prossimi mesi l'effetto incrociato di queste misure produrrà, inoltre, una vera e propria bancarotta dei bilanci di molti atenei: obiettivo quest'ultimo che la stessa Gelmini ha di recente ribadito di voler perseguire, dichiarando che molte università pubbliche dovranno molto semplicemente chiudere. A questa strategia di dismissione dell'università pubblica, sembrano fare da contraltare le recenti dichiarazioni di Tremonti sul rifinanziamento dell'università. Ormai ci siamo abituati a dichiarazioni del governo fasulle e contraddittorie. Non è la prima volta che il Tremonti promette soldi per l'università, salvo poi smentirle subito dopo con dichiarazioni che vanno nella direzione opposta. Solo mobilitandoci potremo fermare il Ddl e chiedere un reale rifinanziamento dell'università.
LA MOBILITAZIONE DEI PRECARI CONTINUA!
Facciamo sentire le nostre voci ai parlamentari con una settimana indimenticabile!
Dopo il blocco della didattica e le indisponibilità, le proteste, l'assedio di Montecitorio del 14 ottobre, il grande corteo della Fiom, l'assemblea nazionale del 17 alla Sapienza, non permetteremo al governo del bunga-bunga di distruggere le nostre università e le nostre vite.
ASSEMBLEA DEI PRECARI DEGLI ATENEI ROMANI
15 Novembre - h. 17.30 - Edificio di Fisica vecchia – aula Majorana
Basta con la giungla di co.co.pro, assegni da tre settimane, insegnamenti gratuiti: vogliamo un contratto unico preruolo. No alla rottamazione dei ricercatori, vogliamo il ruolo unico della docenza cui accedere grazie a un non più rinviabile reclutamento straordinario. Chiediamo di liberare risorse e favorire il ricambio generazionale con la riduzione a 65 anni dell'età pensionabile degli ordinari. Vogliamo garanzie e continuità di reddito per l'attività di ricerca!
LABORATORI PRECARI – CPU ROMA
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