Infatti il Ddl Gelmini prevede che i CdA degli atenei assorbano gran parte dei poteri deliberativi, siano interamente di nomina rettorale e prevedano un minimo del 40% di componente di enti privati, riducendo invece la rappresentanza studentesca. Vengono inoltre potenziate forme di indebitamento individuale a carico degli studenti come il prestito d’onore; infine è introdotto un Fondo per il Merito che elargirà contributi monetari sulla base di test a crocette gestiti da una s.p.a.
La recente manovra prevista dai governi europei per il salvataggio del debito greco imporrà a tutti gli stati membri dell’UE, e all’Italia in primo luogo, di destinare altre risorse per far fronte all’emergenza. Si prevedono dunque ulteriori tagli alla spesa pubblica che con buona probabilità andranno a colpire di nuovo il settore della formazione e della ricerca, già pesantemente debilitati e prossimi al collasso. Il Ddl, inoltre, non risolve in nessun modo il problema del precariato, mette ad esaurimento la figura del ricercatore a tempo indeterminato e lascia inalterate le molteplici figure contrattuali, senza nessuna garanzia di stabilità e di continuità del proprio lavoro di ricerca.
In questo contesto, a fronte dell’ultimo tentativo di dismissione dell’ università pubblica, non c’è rivendicazione isolata o corporativa che possa riportare una vittoria.
Come studenti e precari dell’università pensiamo piuttosto che sia necessario un confronto tra tutto il mondo della formazione per trovare, pur nelle differenze, dei punti comuni di rivendicazione per rilanciare le mobilitazioni delle prossime settimane e dei prossimi mesi.
Invitiamo tutti gli studenti e le studentesse, i ricercatori e le ricercatrici e tutte le realtà che compongono l’università a confrontarsi in un’assemblea pubblica Lunedì 17 maggio alle ore 14 nella facoltà di Lettere de La Sapienza.
STUDENTI E PRECARI
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